Gli
incontri che mi hanno cambiato la vita.
Di
Sofia Cancelliere
Credo
che la vita di ognuno di noi sia come una strada, della quale
conosciamo solo il punto di partenza. Ogni singolo giorno che
viviamo è un metro di strada in più ed ogni volta che incontriamo
qualcuno, la sua strada si incrocia con la nostra creando così nuovi
percorsi.
Io
mi ritengo fortunata poiché la mia vita da “viaggiatrice” mi ha
dato l'opportunità di confrontami con persone provenienti da realtà
talvolta molto diverse dalla mia. Ho cercato di imparare qualcosa da
tutti loro e gli intrecci che si sono creati nella mia strada hanno
fatto di me quello che sono ora.
Il
mio punto di partenza è stata la separazione dei miei genitori. Da
lì in poi è stato tutto un continuo spostamento negli anni.
I
coetanei, ai quali raccontavo la mia storia, dicevano che anche loro
avrebbero voluto andarsene da dove erano nati e sentivo dirmi questo
in qualunque città. Io, che invece avevo i cambiamenti all'ordine
del giorno, davanti queste affermazioni restavo perplessa, e credevo
che loro non sapessero di cosa parlavano perché il continuo
viaggiare aveva il suo prezzo.
In
particolare ricordo un dialogo tra me e una mia compagna della terza
elementare, in Toscana. Abitavamo entrambe in un paesino, dal quale
lei non si era mai allontanata.
Le
dissi che volevo restare lì e che non volevo andarmene più; lei
ribatté che avrebbe voluto tanto andarsene per viaggiare e cambiare
ogni anno paese.
All'epoca,
Beatrice, era la mia classica “amica del cuore”, ma dopo che
tornai a vivere in Sicilia perdemmo i contatti.
La
rividi quando avevamo tutte e due quattordici anni e parlando di
quello che ci era successo nel frattempo, mi accorsi che, tutto
sommato, lei non era cambiata di una virgola, restando la stessa
Beatrice di sempre solo un po' più alta, mentre io avevo ampliato ed
anche cambiato alcune idee rispetto all'infanzia.
Allora
ho capito che tutto quello che mi aveva fatta crescere era stata
proprio la mia vita “dinamica” ed i miei percorsi tortuosi. Da
quel momento ho imparato il valore dell'appartenenza alla propria
terra, iniziando però a rivalutare la mia intera vita vissuta fino a
quel momento.
Intorno
ai quindici anni ero a Grosseto e feci un incontro fondamentale: La
chitarra. Saper suonare e cominciare a comporre, mi ha fatto scoprire
un'altra parte di me come un' altro oceano da navigare che solo
facendo musica si poteva esplorare. Un nuovo percorso che richiede
impegno e restituisce emozioni e soddisfazioni. La musica mi ha
aiutata a trovare dentro me stessa più forza e sicurezza
contribuendo a trovare un equilibrio fino ad allora non raggiunto.
Un equilibrio che poi ha fatto parte anche delle mie scelte
successive.
Due
anni fa poi, ho fatto un altro incontro che mi ha cambiata
profondamente: Milano. Di tutti i trasferimenti, quello nella
metropoli lombarda, è stato senz'altro il più difficile.
Milano
è stata per me una sfida.
L'impatto
con questa città mi ha cambiata come nessun'altra aveva mai fatto.
La mia strada questa volta, ha avuto l'occasione di incrociarsi con
altre strade, di altre persone, provenienti da tutto il mondo.
Tra
i tanti personaggi nei quali mi sono imbattuta, David è stato il
primo ed il più significativo.
Ero
arrivata in città da un paio di giorni e, con mia madre, ero andata
a visitare il Castello Sforzesco. Mentre eravamo sulla via del
ritorno, a un certo punto sentii un musicista da strada, suonare un
pezzo molto articolato che attirò subito la mia attenzione. Stetti
lì ad ascoltarlo, poi mi fermai a parlare con lui. David, mi
raccontò la sua storia.
Era
un ragazzo irlandese che girava il mondo facendo l'insegnante di
inglese e un po' per passione, un po' per arrotondare, andava a
suonare agli angoli delle strade di mezzo mondo le canzoni che via
via imparava nei suoi viaggi.
Così,
dopo essere stato sei mesi a Milano, si apprestava a partire alla
volta del Brasile. Oggi non so in quale angolo di strada di questo
mondo David stia suonando la sua chitarra mezza rotta ma so per certo
che lo stia facendo con passione.
Una
volta terminati gli studi voglio anche io girare il mondo ma per
imparare la cucina delle varie etnie e magari un giorno, ritornare in
Italia e aprire un ristorante mio nel quale si possano degustare le
specialità di ogni paese.
Sono
stati questi gli incontri più importanti e significativi della mia
vita; I confronti che ho avuto e le strade che ho incrociato sul mio
percorso non sono sempre stati piacevoli ma, ribadisco, hanno fatto
di me quello che sono ora, la Sofia “viaggiatrice” che tutti
conoscono.